Michela Silvestrin
Danzatrice e coreografa veneta inizia la sua formazione da giovanissima presso ArteDanza di Portogruaro. Tra il 2003 e il 2006 frequenta regolarmente stage all’estero con Corinne Lancelle, Stephane Frattì, Ted Stoffer, Serge Ricci. Successivamente a Udine con la Compagnia Arearea intraprende un percorso di formazione più professionale.
Nel 2010 viene ammessa a Modem Atelier, corso di formazione professionale della Compagnia Zappalà Danza. Dopo i due anni di Atelier viene scelta per Modem Pro, Focus del linguaggio del coreografo Roberto Zappalà. A Catania danza con: Giovanna Velerdi; Helge Letonja; Roberto Zappalà. Nel 2013 danza per Virgilio Sieni nel progetto” Angelo che se ne va”, dopo il debutto a Udine viene presentato a Marsiglia per Marseille_capitale della cultura. Nello stesso anno comincia a lavorare per il suo primo lavoro da autrice “L’educazione di una giovane Dea”. Il progetto vince il premio Libera! Dopo una residenza presso “Lo Studio. “Debutta al Festival friulano Off Label 2014 (UD) . Michela diventa artista associata alla compagnia Arearea e L’educazione di una giovane Dea viene selezionato per Nuove Traiettorie XL progetto della Vetrina della giovane danza d’autore, e NAO progetto della compagnia Ariella Vidach (MI).
Nel 2015 si trasferisce per un breve periodo a Berlino e frequenta le lezioni della compagnia Shasha Waltz.
Nello stesso anno lavora ancora con Sieni per il progetto Fuga Pasolini_Ballo 1922(UD). Con Nicoletta Cabassi debutta a Pilsen (RC) con lo spettacolo” Nowhere, Now Here” e a Padova prende parte a Traviata con la regia di Paolo Giani Ciei.
Parallelamente la sua attività di ricerca coreografica continua e lavora per diversi progetti in collaborazione con il Comune di Portogruaro in particolare con l’assessorato alle pari opportunità e le associazioni ArteDanza e Portogruaroconledonne. Collabora con il fotografo Giorgio Zuppichin e con gli artisti Enne Effe e Cristiano Pinzan con i quali partecipa a Tarzo per la manifestazione “i cortili dell’arte” con le creazioni “Meta Corpi” e “Il pane del Diavolo”.
Ha collaborato con la coreografa Giovanna Rovedo alla creazione di ESPO Singolare / Plurale, vincitore del bando Anghiari Dance Hub nel 2015 che è cresciuto grazie al lavoro nei centri di residenza più importanti d’Italia. Espo ha debuttato come primo studio a Fabbrica Europa nel 2016 e TedX (PD) nel 2017. Nel 2018 il progetto ESPO è sostenuto dalla compagnia romana Atacama. Nel 2018 Michela incontra il coreografo Daniele Albanese e prende parte alla residenza presso il Teatro Comunale di Vicenza per il progetto “Bird Floacking”.
È autrice del suo ultimo lavoro “Be a Flamingo in a flock of Pigeons” selezionato dal bando “Call from the aisle” e presentato come primo studio a Perugia nell’ambito del Festival “Smanie di primavera”; un piccolo estratto è stato ospitato del festival Arte in vetrina (Grado). Il progetto inoltre è vincitore del bando NAO crea 2019 di AiEP e sta crescendo sotto il titolo di “I suppose it’s real” ed è supportato dalla compagnia AiEP- Ariella Vidach.
Il lavoro è stato inserito all’interno della rassegna OFF LABEL 2021 con la direzione artistica della compagnia Arearea e all’interno di “SECOND HAND di seconda mano” rassegna di danza contemporanea con la direzione di Gabriella Stazio.
Nel 2020 fonda insieme ad altre danzatrici il collettivo “manca qualche martedì” il loro primo lavoro insieme “Crashing_primo test” vince il bando di residenze “atuttotondodanza 2021” indetto dall’associazione Padova Danza.
A novembre 2021 danza a Ca Corner della Regina/Fondazione Prada Venezia per un progetto coreografico di Virgilio Sieni in occasione del Festival Luigi Nono alla Giudecca 2021.
Michela tiene regolarmente laboratori e lezioni di danza contemporanea in Veneto e Friuli oltre a tenere lezioni regolari presso A.s.d. Accademia Balletto di Ronchis (UD).
È insegnante di yoga integrale e meditazione 500RYT diplomata presso la scuola Samadhi di Firenze.
I suppose it’s real
Co/produzione
I suppose it’s real presentato in forma di studio è un progetto della coreografa e danzatrice Michela Silvestrin. ll lavoro indaga i rapporti uomo/ambiente/tecnologia. Il concept nasce dalla domanda: perché l’uomo ha fatto della tecnica, Dio? Quesito di matrice filosofica che trova la risposta all’interno della natura dell’uomo stesso. La caratteristica dell’uomo è l’espansione, quando non ha più potuto espandersi nella sfera naturale e mentale perché le ha possedute entrambe, ha cercato nei mezzi della tecnica nuove possibilità di espansione, questa volta finendone vittima.
Credits
Di e con Michela Silvestrin