Si tratta di un progetto che riflette sulle nuove forme di spettatorialità al fine di innescare un percorso che vede lo spettatore in un ruolo attivo, oltre che critico, in grado di determinare e trasformare la scena con le sue scelte e la sua presenza. Nel processo di costruzione del progetto, lo spettatore è invitato a rispondere a un appello, diventando così, attraverso una pratica di accompagnamento e partecipazione, protagonista attivo del percorso coreografico. Si realizza attraverso una performance site specific esperienziale per spazi convenzionali e non un happening coreografico collettivo che vede l’attivazione di un pubblico “aumentato” misto, composto da danzatori, artisti e normali spettatori.
La performance-happening collettiva ha una durata variabile, da un minimo di 40-50 min ad un massimo di circa 1-30 minuti, si svolge in uno spazio specificatamente allestito e idoneo per le caratteristiche definite: un openspace (o teatro senza le sedie in platea) amplificazione audio e un sistema generale di luci (con interventi minimi di luci teatrali) e i materiali tecnici richiesti. Dei performer “attivatori” agiscono all’interno di un microcosmo fatto di regole, schemi e vincoli ben precisi con i quali si relazionano. La coreografia verrà presentata come una struttura aperta, una serie di sequenze, sintagmi e relazioni per creare drammaturgie inedite e relazioni con le altre presenze installative. Il lavoro vuole incoraggiare lo scambio continuo tra autori e spettatore per condividerne il processo e per dare un contributo creativo alla produzione.
- durata 40-50- minuti
- idea e regia Claudio Prati e Ariella Vidach
- coreografia Ariella Vidach
- interpreti Compagnia Ariella Vidach Aiep
- programmazione max-msp Paolo Solcia
- grafica interattiva e visiva Sebastiano Barbieri
- set Claudio Prati
- costumi AiEP
- produzione 2017/ AiEP
- con il sostegno di DAC città di Lugano, MIBACT Roma, Comune di Milano,