A Little Grief
Matteo Sacco
“A volte, nel corso della vita, ci rendiamo conto che alcune cose che saremmo dovuti essere, non siamo stati capaci di diventare. In quel momento ci accorgiamo che un pezzo di noi è morto e lo dobbiamo lasciare andare. È allora che proviamo il piccolo lutto.”
Tre perfomer si trovano accasciati a terra, come cadaveri in punti diversi dello spazio e lentamente, all’inizio della partitura sonora, cominciano a muoversi. Il piccolo lutto è un rimpianto. È il distacco da un ideale di un se stessi mai avvenuto. All’interno della vita facciamo scelte che, coscientemente o meno, ci portano ad essere le persone che siamo. Ma ci sono momenti in cui, guardandoci dentro, ci accorgiamo che altre versioni di noi vivono, da qualche parte, nella nostra immaginazione. I tre personaggi sono versioni di loro stessi, camminano percorsi paralleli e simili, connessi, ma profondamente diversi. Lentamente un fastidio emerge: si accorgono gli uni degli altri e si risvegliano. Si rendono conto del loro piccolo lutto. Con curiosità cominciano a conoscersi, a soppesarsi, a volersi. Nella loro fantasia quest’altro ha un fascino, un’attrattiva seducente. Non poterlo mai afferrare davvero, non poterlo essere, provoca dolore. Da quel momento, separati ma assieme, vivono la loro perdita scoprendo che proprio nell’elaborazione di ogni piccolo lutto della vita, si trova la forza e la profondità emotiva per essere davvero umani. La forza di sviluppare la capacità di far diventare ogni piccolo rimpianto una realtà concreta “presente” e un motore trainante dell’essere felici. E in questo il tentativo di condividere una ricerca su come vivere felicemente una vita imperfetta.
NAOcrea2023 | con il contributo di Regione Lombardia, Ministero della Cultura – Direzione Spettacolo